CAMBI DI PROSPETTIVA

4 01 2015

nevsky-prospektDopo mesi trascorsi nei quali avevo persino quasi dimenticato di averne uno, qualche giorno fa ho fatto ritorno sul mio blog, per ridare un’occhiata a questo diario pubblico. La sua personalità mi appartiene, ma mi ci riconosco sempre meno. Sono cambiate così tante cose del resto, che sarebbe impossibile pensare di andare avanti nello stesso modo. Non mi occupo più, e per fortuna, delle vicende aquilane, a quest’ora sarei probabilmente impazzito del tutto. Dagli ultimi resoconti pubblicati negli anni passati ad oggi alcune cose sono cambiate, cioè tornando a L’Aquila trovereste tracce di ricostruzione materiale, qualche palazzo tornato alla luce, spogliato dalle impalcature e nuovi cantieri al lavoro nel centro storico. Ma ad ormai quasi sei anni dal terremoto, la vera sostanza delle cose non è affatto migliorata, nonostante qualcosa sia appunto tornato integro. Manca l’insieme, manca, ancora, la città. E sento che ci siamo tutti abituati a questo stato di cose. Io stesso ho cominciato il conto alla rovescia, in attesa del momento in cui potrò (se ne avrò occasione) finalmente andarmene da qui.
Servirebbe considerare, a questo punto, un cambio di destinazione d’uso di questo blog, visto che nel frattempo sono cambiate così tante cose ed è cambiata così tanto la mia prospettiva d’osservazione, che probabilmente più che considerarne un cambio di destinazione d’uso dovrei contemplare l’idea di una chiusura a tempo indeterminato. Del resto, sull’intestazione di Stazione MIR la scritta recita “L’Aquila e il resto, benvenuti nel blog di Federico D’Orazio”.
Ecco, la verità è che da troppo tempo, perché sia ancora possibile riprendere il cammino interrotto, Federico ha messo tutto “il resto” al centro della sua attenzione quotidiana. E L’Aquila è ormai uno sfondo, un fondale sempre più distante, sbiadito e anche un po’ sgradito delle mie giornate. Qui si sopravvive da troppo, e per noi è il tempo di vivere. Non interpreto questa consapevolezza come la constatazione di un impoverimento, anzi. E’ piuttosto un’apertura mentale. Ecco, sento di aver spalancato le porte al mondo, in attesa di vedere che succede, e per ora va bene così; è già questo, di per sé, fonte di un senso di attesa positivo e pieno di aspettative.
Del resto un blog è necessariamente una rappresentazione di chi lo anima, e se cambio io cambierà il blog. Cambierà chi lo legge. Cambierà per forza tutto, considerato che se prima scrivevo perché speravo qualcuno leggesse, nel futuro probabilmente, se scriverò sarà perché ho semplicemente voglia e bisogno di farlo. Di cosa, poi, si vedrà.

 





Torneremo a cose fatte

3 04 2013

L'Aquila (AQ), stemma di Carlo V con aquila bicipite all'ingresso del castello cinquecentesco

 

Noi Aquilani, di bilanci, ne facciamo in continuazione; ma l’Italia, per come la percepisco io, nella migliore delle ipotesi, ci ha “riposizionati” nelle graduatoria delle cronache al livello di periodico aggiornamento. Annuale. Ogni 5-6 di aprile negli ultimi anni si è tornati qua. I primi anni, in forma massiccia, con i camion delle radio e l’immancabile furgoncino Volkswagen metallizzato, col parabolone sul tetto, di SKYTg24. Poi, con presenze via via minori. Quest’anno, magari, avremo un paio di servizi al Tg della sera, con qualche numero snocciolato, per fare un bilancio a quattro anni. Con la sola eccezione di PresaDiretta e Riccardo Iacona, che riescono sempre a raccontarci fuori dalle ricorrenze con un dettaglio ed una preparazione che restano ineguagliate nei media nazionali.

Per noi, l’arte del “bilancio”, materiale ed affettivo, è un continuo e quotidiano esercizio mentale. A volte, mentre state per uscire di casa  per fare due passi e prendere un po’ d’aria (fredda!) le uniche due ipotesi in gioco (centro storico o centro commerciale?) si riducono sempre ed invariabilmente, nonostante tutto, ad una sola. L’unica possibile. Centro storico.

Vi mettete in macchina, vi fermate nel traffico, arrivate in centro e cominciate la rassegna. Ogni volta con spirito differente. Ci sono quelle volte che pensi, mentre stai arrivando, “andiamo a ricontare i sassi”. E quelle volte che  basta una transenna in meno, una demolizione in più o un cantiere minimo in più, a farti pensare che qualcosa si sta, lentissimamente, muovendo. Dai, ce la possiamo fare, andiamo incontro alla bella stagione, i lavori saranno facilitati. Magari, stavolta, qualche affresco si salva. Qualche casa verrà riabitata. Magari un pezzettino di qualche vicolo tornerà vitale.

Ovviamente le deduzioni appena citate variano a seconda dello spirito del momento; possono essere di segno opposto ed ugualmente valide al compimento del successivo transito per la stessa strada, in un’ altra occasione.

Tutto ciò avviene in una cornice decadente, come potrete ben immaginare, ma comunque più o meno sempre popolata.

E’ talmente forte il desiderio di vivere un entro storico con l’abitudine che prima tutti noi avevamo, mai abituati a fare vita di quartiere e tantomeno di periferia, che ogni volta che ci si reca in centro, si incontra sempre qualcuno. Purtroppo, sono incontri di stile differente da una volta. Se un tempo, anche nelle ore più tarde, bastavano poche persone lungo il Corso principale a fare un gran vociare di vita, oggi anche con un numero maggiore di persone in circolazione il silenzio regna. Si entra in città chiacchierando, e subentra involontariamente dopo pochi metri, il silenzio. Tutt’al più si parla a voce bassa. Si passeggia come quando si è al cimitero; il chiasso non sta bene. Può sembrare un paragone eccessivo, ma provate a farci caso, se passerete per sbaglio di quì. Non noterete significative differenze.

Ad aprile, poi, la città trasuda lutto in ogni angolo. Spontaneamente. Tornano gli stendardi della processione del venerdì Santo, gli stessi che nel 2009 furono rimossi a settembre, gli stessi rimasti impigliati in alcuni casi nei puntellamenti messi in fretta dai Vigili del Fuoco di tutta Italia con una bravura da veri maestri d’ascia. Quei manifesti mi inquietano, mi mettono addosso un senso di morte che rifuggo.

Così ci prepariamo anche quest’anno alla fiaccolata della notte tra 5 e 6 aprile. L’anno scorso non andai per la prima volta. Quest’anno non so. Certo, la città sarà piena di una folla silenziosa e composta. In quella notte potrei sentirla vicina, la mia gente. Dimenticherei che anche tra loro c’è una moltitudine di aquilani che ancora pensano che se oggi ci fossero ancora Bertolaso & Berlusconi al loro posto le cose sarebbero andate diversamente.Quelli che se avessero reagito con noi all’inizio allora sì che forse qualcosa sarebbe andato diversamente. E quelli ( forse gli stessi?) che hanno affittato i loro alloggi del progetto CASE, quelli che li hanno occupati pur abitando nella casa al mare. Quelli che in centro non li incontri mai, che le vetrine della città le hanno sostituite con quelle del centro commerciale e per loro non fa differenza. Anzi, forse è pure meglio, perché non paghi il parcheggio e pure se piove non ti bagni, e tutto è a portata di mano, e in fondo i negozi sono quasi gli stessi, non è cambiato granché.

Quelli lì, possono aspettare anche una vita, so che non gli peserebbe.

Quelli come me dopo quattro anni sono stati fiaccati, la protesta per le strade non gli va più perché anche quella li ha delusi. E quando facciamo due passi in centro almeno una volta la settimana, e ci sembra tutto fermo o troppo lento per i tempi di una vita normale di un uomo, ci viene la tentazione di andare. Con la promessa che torneremo. Ma tra quindici anni, magari. E comunque solo a cose fatte.

Buon anniversario.

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FLUSSO DI COSCIENZA # 7 (BOLLETTE & MUCH MORE)

17 01 2013

In pratica:
la riunione della Commissione Bilancio, durata circa quattro ore, tra alterne vicende e siparietti indegni di una assise non solo Pubblica, ma per di più Istituzionale, ha evidenziato che:
– il Comune non ha potuto rilevare negli ultimi due anni i consumi dei singoli appartamenti del Progetto CASE perché sprovvisto del necessario personale
– che i conti fatti finora per l’ “anticipo” (!!!) delle bollette finora emesse sono clamorosamente sbagliati, se non altro per quanto riguarda i consumi di acqua; tale errore materiale e concettuale porterebbe, se non corretto, il Comune ad incassare più di 3 MILIONI di Euro in più del dovuto
– che i pannelli solari installati sui tetti di ogni palazzina fruttano al Comune circa 300.000€ l’anno, che però se ne vanno sistematicamente per mettere le pezze a colore alle suddette palazzine, che versano in condizioni disastrose e comunque ben note a chi ha avuto modo di buttarci uno sguardo nemmeno troppo approfondito e che pertanto questa entrata non viene messa a frutto per una riduzione delle bollette energetiche
– che alcuni di questi pannelli, non fotovoltaici, ma per acqua sanitaria, potrebbero non essere funzionanti e che finora nessuno si è preoccupato di chiedere il risarcimento per il danno causato da tale malfunzionamento alle ditte che li hanno installati. (comunque potrebbero anche essere tutti funzionanti, ma nessuno lo saprà finché non sarà verificato)
– che si dovrebbe arrivare ad elaborare un piano di rateizzazione “allungato” per alcune fasce di reddito svantaggiate. (ancora tutte da identificare e da capirne la fattibilità)
– che l’assessore Fabio Pelini ha detto che oggi al Comune risultano vuoti 68 appartamenti del Progetto CASE ( a cui sommare tutti quelli che di fatto sono vuoti ma non risultano su carta perché gli assegnatari magari tengono aperta l’acqua e il gas e il riscaldamento per non farsi sgambare, e oggi quelle bollette le dovete pagare tutti voi altri)
– che da due giorni (!!!) alcuni dipendenti comunali stanno provvedendo al rilievo dei consumi nei primissimi appartamenti (partendo dal sito di S. Antonio) e che sulla base dei rilievi effettuati sarà corretta per ciascun nucleo familiare la somma dovuta nel periodo aprile 2010-novembre 2012, decurtando la somma già pagata con le bollette attualmente in riscossione
– che l’unico assessore a quanto pare responsabile sulla materia e cioè Alfredo Moroni (Opere Pubbliche) è stato l’unico a restare in silenzio finché è rimasto presente (è andato via almeno un tre quarti d’ora prima della fine della riunione)
– che il Sindaco Massimo Cialente (poraccio) ci prova a farsi capire e a far tornare i conti (ma il SED lì fa davvero a “membro di segugio”)ma il suo è proprio ANCHE un problema di prospettiva (“chiediamo aiuto alla cittadinanza”- forse non gli è chiaro che dovremmo essere noi a chiedere aiuto a loro, ma quì si va in un campo troppo filosofico e potrebbe stralunare gli occhi in modo preoccupante sentendo un discorso del genere)
– che comunque, secondo il Presidente Giustino Masciocco solo grazie al Comune non ci hanno staccato luce acqua e gas, perché quei cattivoni dell’Enel e della Gran Sasso Acqua le volevano staccare a tutti quanti (Comune compreso) perché si sà che questi se la prendono se uno ci mette tre anni a pagare quasi 9 milioni e mezzo di Euro complessivi di bollette, anziché pensare al prossimo ma tu pensa questi qua come ragionano e solo grazie al Comune ora le bollette(sbagliate e fatte un tanto al metro quadro e un tanto al giorno, ma in nessun caso un tanto al metro cubo di gas/acqua (perché quelli nessuno è venuto a rilevarli) le dobbiamo pagà chi in 6, chi in 12, chi in 18 mesi (secondo un calcolo che nessuno c’ha saputo spiegà, pur avendoglielo noi dal pubblico chiesto più volte a gran voce nei vari momenti in cui ci rompevamo un po’ le palle di stà a sentì stà massa di stronzate dette sulla nostra testa e sulle nostre tasche
-che le uniche persone che riescono a rappresentare il mio pensiero nel consiglio comunale sono Ettore, Vincenzo Vittorini e pochissimi altri
– che alla fine siamo tutti daccordo ma per ora se tà pagà e sperà che tutto poi si risolve per un intervento risolutivo di un qualche Gigante buono (pensaci tu!)
– che….ah ecco:
– che questa città viene guidata e ideata un tanto al chilo e un tanto al giorno
– che quindi secondo me il mega Buco sotto Piazza Duomo per metterci un centro commerciale o un megaparcheggio (‘n’ atro)secondo me ce lo piazzano perché poi può esse sempre utile se non altro magari ci troviamo una necropoli come a Fossa e scopriamo che qualcuno prima di noi aveva già fatto la stessa fine. E chissà se prima di farla quella stessa fine, verso cui ci stanno avviando a grandi passi, s’era dovuto incazzare pure quel povero cristo come noi.

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YES, WE CAN

16 01 2011

Non posso fare a meno di ammetterlo: è una battaglia al ribasso.

Ma ogni volta me ne accorgo sempre di più;  come stamattina, ad esempio. L’ho trascorsa in giro in centro, incontrando finalmente un po’ di volti familiari, anche se di persone che non conosco direttamente. Quei volti cercavano come me e la mia ragazza, uno scorcio di normalità nel mezzo del disastro.

Un po’ come gli Haitiani, che continuano da un anno a circolare per le strade di Port au Prince: hanno accantonato le macerie da un lato, e vivono nel loro mondo. Che non è più quello di prima, ma è senz’altro il LORO angolo di mondo. Casa loro. E forse davvero, tanto può bastare per tirare avanti, nel frattempo.

Faccio l’elenco degli esercizi commerciali che hanno riaperto nel centro storico. Considerate che fino al giorno prima del terremoto erano in 700; giusto per comprendere le proporzioni e quanto la soddisfazione di oggi possa sembrare a me stesso per primo, assurda.

PIAZZA DUOMO

– Bar storico Caffè Nurzia

– Bar Florida

– un gioielliere, del quale non ricordo il nome.

– un ottico, idem come sopra: non sono mai stato loro cliente.

 

CORSO FEDERICO II

– Nero Caffè, nuovo bar aperto lì dove un tempo c’era la profumeria Limoni.

– Bar Corso

CORSO VITTORIO EMANUELE

– Tezenis

– Bar Maccarrone. Questo lo ricordo anche se non sono mai stato suo cliente; si rifiutò, quando avevo più o meno 12 anni di darmi un bicchiere d’acqua. La sua risposta fu: ” ci sono tante fontanelle”. Mi dicono si rifiutasse anche di far usare agli avventori paganti il suo bagno. Chissà come si regola oggi, che di fontanelle non c’è più manco l’ombra e che dei Sebach che prima abbondavano non è rimasta nemmeno la puzza.

 

VIA LEOSINI

– Percorsi di gusto: un ottimo e minimalista ristorante moderno a due passi dalle rovine di Santa Maria Paganica. La proprietaria è una sommelier molto brava. Ha un’ottima cantina e cucina divinamente. Costa cara, ma è sempre pieno.

 

-Macelleria della quale non ricordo il nome.

 

ViA GARIBALDI

– Pasticceria Manieri. Stamattina ho preso lì un vassoio di paste

– Un nuovo  “lounge bar”  del quale non ricordo il nome.

 

PIAZZA SANTA ELISABETTA

– Ju Boss. Il primo a riaprire, l’8/12/2009. Cantina storica, ha resistito a 3 terremoti distruttivi. L’acqua fracica i ponti, è proprio vero.

-Malacoda, nuovo bar gestito da ragazzi.

-Tabaccheria

 

FONTANA LUMINOSA:

– Edicola.

 

E questo è tutto. 16 esercizi commerciali hanno riaperto in tutto il centro.

E tanto mi è bastato per farmi pensare una cosa semplice semplice, che mi pare anche piuttosto ragionevole: questi sono pazzi, sono eroi?

O fanno semplicemente ciò che è più utile a darci una concreta possibilità (oltre che speranza) di farcela?

Dico sul serio. Per quanto si tratti di piccolissime oasi in un centro ancora immobile, puntellato e sgocciolante al disgelo di ogni mattina, queste 16 attività commerciali mi consentono di andare in centro a fare una passeggiata e trovarci forme di vita. Di cenare, persino. A costo di doverlo fare per i prossimi 15 anni io ho il diritto di farlo e la legittima, credo, aspirazione a voler andare in questa direzione.

Ognuno di questi locali ha riaperto all’interno di edifici non ancora ristrutturati e danneggiati nemmeno poi leggermente dal terremoto. Semplicemente, sussistono le minime condizioni di sicurezza per essere aperti al pubblico.

Tutti quelli che hanno la possibilità di ritornare in centro, devono essere messi in condizioni di farlo. Anche se ai piani superiori continuerà ad esserci un cantiere, e magari qualche lesione puntellata noi dobbiamo poter vivere anche così il nostro centro storico.

Di questo il Comune e tutti gli altri addetti alla ricostruzione devono farsi carico. Altrimenti, davvero, cosa ci stanno a fare.

Mi rendo conto che può essere ben poca cosa, specie per chi in centro ci ha abitato fino al 6 aprile. Ma nutro la speranza che un compromesso temporaneo del genere sia possibile, oltre che utile a non far dimenticare cosa stiamo aspettando di riabbracciare, riabitare e ritrovare un giorno infiocchettato per la riapertura definitiva.

E’ bastato un cappuccino da Nurzia, un vassoio di paste ed un giornale comprato dall’unica edicola aperta in tutto il centro a farmi credere che così potremmo tollerare le intollerabili lungaggini di una ricostruzione che ancora oggi non tocca nemmeno la periferia della città

E’ bastato così poco, e mi sento quasi colpevolmente ottimista, per farmi dire per la prima volta una frase tanto di moda pochi mesi fa. Io che fino a sei mesi fa mi battevo per obiettivi molto più alti, che comunque non dimentico.

Yes, we can.

Dalle piccole cose può nascere una rivoluzione?

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FLUSSO DI COSCIENZA #5 (ovvero: in breve)

15 07 2010

– Dimissioni di Cosentino: si è dimesso per le stesse ragioni per le quali, in un paese civile, non sarebbe stato nemmeno candidato.

Resta però coordinatore PDL in Campania. Il titolo se l’è meritato sul campo.

– Annunciata conferenza stampa per oggi 15 Luglio di Gianni Chiodi con Massimo Cialente, Gaetano Fontana (capo struttura tecnica di missione) nel corso della quale saranno presentate le linee guida per la ricostruzione post- sisma.

Bene, ora che dopo quasi un anno e mezzo ci sono le linee (ammesso che sia vero) non resta che aspettare pazientemente gli angoli, le gomme da cancellare, le penne per ripassare. E poi, tutti insieme facciamo un disegnino. se possibile, cerchiamo di farlo un po’ meglio di così.

– Ieri conferenza stampa dei cittadini aquilani nella Sala del Mappamondo alla Camera. Si, alla Camera, unica sede possibile per tenere una conferenza stampa a Roma. Fessi quelli che vanno, tanto per dire, a Via dei Frentani. Dice però che “la Camera è  gratis”:  ecco perché in tanti ci vanno, non si paga, ci guadagni tanto e la moquette è sempre pulita.

Ho comunque come l’impressione che ieri si sia visto, per il tempo di quella conferenza, uno scorcio del futuro che ci attende.

Tutti in giacchetta, e dentro il palazzo. Non era meglio restare noi stessi e rinunciare al Palazzo?

Sarà il dibattito interno dei prossimi mesi.

Pare che comunque alla Camera ci fosse più traffico in uscita che in entrata: aiutatemi a capire, vuol dire che era il momento giusto o sbagliato, per entrare?

Perdonatemi, non capisco.

QUI il video integrale della conferenza stampa; prescindendo dalla sede, mi ritrovo in pieno nei contenuti espressi.

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FLUSSO DI COSCIENZA #4

29 06 2010

più che un “flusso” di coscienza questo è un autentico conato.

Squillino le trombe, largo ai trombati.

Per la serie, la situazione è grave, ma non è seria, trasmettiamo in diretta senza filtri, il pensiero che sta passando per la testa al Sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, che in queste seguenti righe cerco di trascrivere a vantaggio dei posteri.

(peccato non ci sia l’audio perché l’imitazione mi esce piuttosto bene)

consentitemi di dire, ehm, no, scusate, una cosa però voglio dirvela, noi non riusciamo a capire il senso, di quanto sta accadendo…

….

(incomprensibile)

c’è però da dire pure che L’Aquila è una città che sta morendo, e tutto il ben fatto rischia di dissolversi… noi stiamo solo chiedendo con molta educazione e le buone maniere che c’hanno insegnato delle cose che in fondo, mi dicono essere dei nostri diritti, forse. forse no? o forse sì?

Una cosa però la voglio dire forte e chiara.

Da qui non si esce se non tutti insieme e tutti uniti. Su questo carro devono salire tutti.

Ed è per questo che io voglio al mio fianco, nella squadra del Comune dell’Aquila colei che tenterà di prendere il mio posto, non appena io farò il botto definitivo.

(sembra che il Sindaco voglia riferirsi ad una donna, dunque!)

e allora, amici consiglieri… (sta facendo le prove di un discorso al consiglio Comunale?)

….è con grande onore che voglio presentarvi un volto nuovo, per il Comune dell’Aquila

(pausa colma di sospiri)

vi comunico che è entrata a far parte della squadra del comune una donna.. macché dico una donna, un’icona di quanto possiamo arrivare a fare in futuro, se ci uniamo tutti insieme!

(pathos palpabile)

E’ divenuta assessore al comune dell’Aquila L’ex Presidente della Provincia, ed ex-neo-vice-presidente della Provincia, Stefania Pezzopane!!!!”

Certo, adesso, tutti i fan della “donna di Stato, Presidente di cuore” si sentiranno rinfrancati nello spirito e nel corpo.

Personalmente trovo questa mossa stupida, oltre che sbagliata. Sbagliata perché una “bocciata” più bocciata della Pezzopane è difficile trovarla nel raggio di 100 km o forse di più. Secondo, perché trovo moralmente deprecabile il fatto che la Pezzopane trovi solo ora, da bocciata, le parole per esprimersi in maniera omogenea a quella che è la “sua gente”, che per più di un anno ha parlato all’esatto opposto di lei, sempre in guardia a non calpestare i sacri calli dell’entourage dei nostri aguzzini.

Non mi piacciono gli opportunismi. Men che meno in periodi come quelli che stiamo vivendo da un anno e più a questa parte.

Ognuno di noi ha fatto la sua scelta e l’ha pagata. In termini di isolamento, di condanna, di criminalizzazione. Di minoranza. Non è possibile che ci sia un tempo per farsi “donne di stato” ed uno per riscoprirsi combattenti e difensori degli interessi del tuo territorio. Che ti sei scientemente dimenticata, alla ricerca del consenso di ognuno, e perdendo quello di tutti. Così non si fa politica, credo. così si fa clientela.

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FLUSSO DI COSCIENZA #3 (ovvero: non badiamo al capello)

28 06 2010

Oggi sono andato in reparto a fare il mio turno di presenza, a ricordarmi cosa mi aspetta, per cosa corro. a cosa vado incontro.

Radiologia-2 è un reparto con tanti medici, nessun paziente. Almeno nessuno che resti lì. Sono sempre tutti di passaggio e tutti vorrebbero che fosse un passaggio rapido, e possibilmente indolore, come dargli torto.

E nel reparto, negli ultimi anni, (lo frequento come studente interno ormai da tre anni) le presenze di aquilani sono un po’ calate. Radiologia a L’Aquila è una buona scuola. Secondo me, una delle due che valga la pena frequentare nella mia Università.

Comunque, ora che la maggior parte degli specializzandi sono “out of L’Aquila”, e che la città ha quel poco da offrire, meno del suo minimo sindacale cui eravamo tutti assuefatti,qui, si aggiungono anche i medici al numero di coloro che vorrebbero starci il meno possibile, e poi andare via.

L’argomento che tiene banco da mesi, è sempre quello, nelle conversazioni. la casa come ce l’hai, t’hanno incominciato i lavori, il progetto a che punto sta, hanno versato il finanziamento, si/no, a me la casa la devono abbattere, a me m’hanno dato la casetta di Berlusconi.

Ecco.

Stamattina, la casetta di Berlusconi m’ha rovinato la pausa-caffè; il caffè a Radiologia-2 va via come l’acqua, o il Gadolinio, se preferite. Se ne fanno a decine, con la moca, su una piastra elettrica in quella che viene definita con uno slancio d’ottimismo “la cucina”. In realtà è un cesso, con tanto di sanitari, nel cui antibagno furono piazzati un frigorifero, un tavolo, e, appunto, la piastra.

Mentre ero lì e già pregustavo la sigaretta del dopo-caffè, due rappresentanti venuti da Pescara mi fanno: “allora, com’è la situazione in città?”

Tutti sanno come la penso, nonostante non ne parli mai “sul lavoro”,diciamo così. Io, diplomaticamente, rispondo sul vago: “beh, diciamo che c’è del risentimento diffuso, molta preoccupazione”.

Davide, un padre di famiglia che lavora in reparto da noi, (è un tecnico) dice la sua.

“il presidente berlusconi ha fatto quello che nessuno nel mondo s’è mai sognato di fare”(dentro di me, concordo. ma sono certo che questa frase non la intendiamo allo stesso modo). Quella frase resta così, sospesa.

Allora il Pescarese fa: “si, ma le persone in albergo, Matrix, i soldi della Protezione civile…” ha le idee confuse, segue ma senza interesse. E del resto mica sono cazzi suoi.

Mentre sto per dirgli, brevemente la mia, insorge nuovamente Davide: “le persone stanno ancora in albergo e gli fanno tutto e ci costano 60 € al giorno, ma non si rifanno nemmeno i letti e magnano gratis!” Non riesco a capire se lo dice con:

-ammirazione

-invidia

-disprezzo

-desiderio di rivalsa

Poi mi chiarisce il dubbio: “quelli che si lagnano vorrebbero che un capo di Stato come Berlusconi, un “uomo internazionale” venisse tutti i giorni ecco (qui) a dacci ‘na mano, non hanno ancora capito che adesso tocca a noi, e che i soldi dobbiamo saperli spendere, perché ci stanno.”.

Un flash, nella mia mente, e mi riprometto che appena si nominano i friulani mando a fanculo qualcuno dei presenti.

I friulani misteriosamente non saltano fuori,e allora dico la mia con educazione e a beneficio degli ospiti pescaresi: “le C.A.S.E. per i 18 nuclei familiari che abitavano nel mio condominio sono costate circa 3 milioni di €. Il progetto di ristrutturazione di tutto il mio condominio, invece, non arriva al milione tutto compreso. Pensi che ci sia convenuto?”

Silenzio. Mi chiamano da lontano e me ne vado, mentre mi cadono le braccia dallo sconforto.

Torno alla TAC. Dieci minuti più tardi passa Davide e mi chiede se il 7 si fa la manifestazione a Roma. Lì per lì credo che mi voglia stuzzicare e rispondo freddamente di sì. Mi domanda se ho i numeri di telefono da chiamare per prenotarsi i posti sugli autobus.

il 7 Luglio si va a Roma a fare casino per avere soldi per la ricostruzione. sotto il palazzo abitato dal SUO Governo, non mi tornano i conti.

Gli ho dato i numeri, tutti e 4 quelli che ho, glieli ho scritti su un foglietto. Meglio non badare al capello, la sua è una famiglia numerosa.

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FLUSSO DI COSCIENZA #2

27 06 2010

Comincia la ritirata, amici cari.

I vigili del fuoco, gli unici che non esiterei a definire eroi in tutto lo schifo del terremoto dell’Aquila(mi fa incazzare tremendamente che ci si ostini a chiamarlo d’Abruzzo: chi lo fa ha l’intenzione di diluirlo, come se un abominio del genere fosse diluibile), rifanno le valige e se ne vanno a casa.

Non un addio di botto, che salterebbe agli occhi di chiunque, ma una lenta ritirata che non parte nemmeno da L’Aquila, ma dai paesi vicini.Ne parla il giornale di oggi, che ho preso al termine di una passeggiata in città. Dicono i sindaci dei paesi della nostra città-territorio che è una perdita grave, e ci credo: stanno lasciando a metà i lavori di messa in sicurezza e puntellamento che alacremente hanno portato a termine o quasi in città con un’abnegazione non da tutti. lavorano per 4 lire al mese, hanno rischiato la vita per salvare le nostre, quei delinquenti che gli avevano conferito le onorificenze per valore civile hanno approntato kit per ritirarle che si sarebbero dovuti pagare. Si, cristo santo, se sei un meritevole cittadino c’è uno che ti fa la medaglia(privato) per conto del Dipartimento di Protezione Civile e poi ti dice “passa a ritirarla, fanno 130€”. miseria, c’è ancora una traccia della vergogna su quelle facce di bronzo? io spero che le medaglie non se le siano andate a comprare. spero siano bastate quelle che auto-tassandoci abbiamo consegnato come cittadinanza Aquilana ad ognuno dei 120 corpi provinciali dei vigili del fuoco intervenuti nei mesi dopo il terremoto a L’Aquila. si, tra l’altro lo chiamo terremoto, non sisma. sisma è una parola che non rende onore alla realtà del mostro che c’ha sfasciato le vite. un termine asettico. sisma. Sisma ce lo chiamano quelli che vogliono fare i signori, che lo raccontano scordandosi che è morte, polvere,paura, e puzza di gas, sudore, e vestiti sporchi e la prima doccia se ti va bene la fai dopo 3 giorni.

Ordini superiori, richiamano i nostri eroi alla loro sede. i soldi, inutile dirlo non ci sono per loro, e a questo punto voglio sperare non ci siano nemmeno più per i militari che ci assediano. e del tutto inutilmente. i ladri vanno e vengono dalle nostre case, nonostante ci siano camionette in giro per tutto il centro città. noi cittadini che c’abbiamo pure passato la scopa per le strade, se vogliamo varcare una cancellata dobbiamo scrivere al sindaco, incontrare il questore, organizzare una manifestazione, le carriole, e sperare d’essere almeno un migliaio. e magari, nel frattempo, la notte quando la città ci viene chiusa alle nostre spalle(visto che dalle 21,30 la città è chiusa!) i soliti 4 morti di fame vanno a fottersi ciò che rimane. Tra un po’ si spiantano pure i portoni e le fontane. Potrebbero trovare nuova vita altrove, e il disegno dell’Aquila-2 del nostro operoso presidente potrebbe così risultare persino un compromesso al ribasso: sorgerebbero infiniti pezzi dell’Aquila in ogni giardino di qualche facoltoso che acquista sul mercato nero pezzi d’arte lasciati al primo volenteroso disposto a caricarseli in macchina.

Quindi, i vigili del fuoco vanno via, ma per ora i militari restano. loro sì che servono.

Stamattina c’era una marea di persone all’assemblea. considerato che me ne sono dovuto andare prima che iniziasse, e qualcun’altro sarà senz’altro arrivato.

ero lì con la mia ragazza, e il suo cane Romeo, un boxer di 50 chili abituato a comportarsi da orsacchiotto, incapace di far del male a una mosca. Siamo dovuti scappare per salvarci il culo, e un po’ pure la faccia. Dopo una passeggiata lunga un’ora ai giardini sotto casa e poi al castello, abbiamo imboccato il Corso principale. Ovviamente, pensavamo che non ci fossero problemi in vista, ma c’ha pensato Romeo: una cacata chilometrica per il corso, e noi non avevamo sacchetti per raccoglierla. vergogna come non ne ho mai provata. ovvio che non bastasse: un signore che passeggiava in senso opposto, inorridito dalla scena esclama ” adesso deve pulire, non vorrà mica lasciarla lì, ce l’ha il sacchetto?”. Accento fortemente romano. Accenno parole impronunciabili dentro di me, pensando alla figura che non può che definirsi di merda. “purtroppo no”, rispondo. imbarazzo visibile, o almeno io mi vedo imbarazzato. Allora, da bravi animali, abbiamo due modi di rispondere alla minaccia. Da sempre è così: attacco, o fuga. Scegliamo la fuga. Decorosa, però. ci incamminiamo. Lui non si scompone, “se lo faccia dare e la pulisca”. Mi guardo intorno. militari nella camionetta e una città chiusa, rotta,puntellata e transennata.

Io, ripreso da un romano venuto a vedere le mie rovine nel suo tempo libero. Riprende me, che ho rimosso le macerie con le carriole mesi fa, perché oggi sono l’incivile che gira senza la paletta per rimuovere un banalissimo stronzo. Avrei voluto rispondergli “si, coglione, appena trovo un negozio aperto chiedo una bustina!”.

Arrivo rosso in volto in piazza, con gli schiamazzi del romano che si allontanano dietro di noi. Un randagio assalta il cane della mia ragazza, lo morde. lo scaccio. per fortuna nulla di grave.

Posso dichiarare conclusa la mia passeggiata domenicale. E buona domenica bestiale anche a voi.

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FLUSSO DI COSCIENZA #1

26 06 2010

Sono giorni che vado avanti con inerzia.

Un po’ è che non c’ho voglia, un po’ è che alle volte sono troppo incazzato e rischierei una querela se scrivessi tutto per intero ciò che penso.

Non so, forse capita anche a voi, ma queste settimane iniziano a pesare. Ci sarebbe molto da fare, molto meno da dire. Troppo da ottenere.

Mi viene anche un po’ paura che, troppe persone si stiano stancando di vederci sempre incazzati. E in generale che dell’Aquila non freghi più di tanto a nessuno.

Certo la situazione è grave, ma non è seria: non è serio che si dica “i soldi ci sono, siete voi che non sapete spenderli” di fronte a 400 milioni di debiti lasciati dalla Protezione Civile (un nome che comincia ad urtarmi sempre di più, che dentro di me comincia a farmi sempre più pensare ad un “centro di controllo e mistificazione della qualunque”, parlo del Dipartimento, non dei volontari… anche se, guarda un po’ se dobbiamo ogni volta starlo a specificare!).

Verrebbe da chiedere: ” e allora perché ne avete dovuti di corsa versare 800, di milioni?” Beninteso che ce li siamo già fucilati tutti, tra debiti e spese fisse di “gestione dell’emergenza”.

Dietro questa locuzione si nasconde la sottile verità: c’hanno affossato con una condizione ingestibile, finanziariamente e logisticamente; gli aquilani pendolari consumano più treni di gomme di Alonso in un gran premio, e fanno una vita di cazzo, per di più lontani ore di macchina dai ruderi della loro città. E noi, che in città siamo, incominciamo a non avere manco più tanta voglia di vederli, i ruderi.

Poi dico, fra me e me: il blog va bene, ma su questa storia della classifica di Liquida .it, incomincio ad andarci sul serio fuori di testa: ho scoperto, per caso, che esiste una classifica dei blog più letti. Ne hanno censiti 32.000 e il mio blog  era al 600° posto o giù di lì.. Sprizzo gioia da tutti i pori, e continuo, giornalmente a ricontrollare, chissà mi fossi sbagliato. E invece no, il mio “blogghino” scala impavido la classifica. Ieri era 499°, oggi, 496°. Un ascesa che mi spaventa e inorgoglisce.. Mi sorprendo a volerlo cambiare, rendere più bello. Dice che squadra che vince non si cambia, e io invece ci provo. Poi, la ragione, fortunatamente prevale: io non vi conosco. Non tutti, evidentemente. Non so cosa preferite, e in fondo il mio blog deve piacere a me. Ma deve interessare anche a voi, fatelo girare insomma..ci vuole che la gente lo sappia quello che succede. Ma forse lo fate già, altrimenti non saremmo lì in classifica, e poi, un blog che parla di sciagure. Di cosa preferireste si parlasse? Ogni tanto ce la mettiamo un po’ di carne? Tu guarda dove è arrivato Berlusconi mettendo una sfilza di culi davanti ad una telecamera e programmi demenziali. Ha piallato l’elettroencefalogramma di una nazione, e si è fatto strada. Noi Aquilani dobbiamo fare invece il percorso inverso, e riattivare il dubbio, la curiosità, la voglia di scoprirsi la realtà che nessuno racconta e tutti censurano, o peggio, danno a piccole dosi. Vedi il TG2: dice “no, no, Aquilani, noi i 30 secondi li abbiamo mandati il giorno dopo la mattina alle 6,30, quindi di voi sì è parlato!”.

Dio, che nervi. Quanto è difficile farsi ascoltare quando devi argomentare. Quando con lunghi periodi verbali devi smontare la mistificazione. Cerchi nuove strategie, nuovi mezzi per comunicare brevemente. E breve, questo post, di sicuro non lo è. Anzi, per scusarmi ho deciso che ci faccio una categoria a parte. La chiamo FLUSSO DI COSCIENZA, così potete tranquillamente aggirare gli sfoghi di un ingrato fra tanti. Che poi di cose da dire più degli altri non ne ha. Siamo stanchi, e la vita ci imporrebbe di dare la priorità a quei treni che non ti aspettano e che non ripassano due volte. Ogni tanto dici: ma la posso salvare io la mia città? Se ne occupassero altri, io ho troppo da fare, e a me poi chi mi salva?

Rischiano di prenderci per sfinimento. E allora hai voglia a suonare la carica, a dire che il 6 Luglio tutti a Roma, così magari pure Piccone(per chi non lo sapesse, il senatore Marsicano che poggia il suo culo su qualche poltrona importante a Roma) inizia a smontare da quella faccia di bronzo che si ritrova, e smette di romperci le palle, di fare ostruzionismo per L’Aquila sperando che la sua miseranda Avezzano diventi qualcosa di più del paesotto di ricchi contadini che è, e fa aprire la borsa al suo governuccio da strapazzo che affossa l’Italia e l’Aquila più degli altri.

Pagheremo 200 milioni di Euro di tasse in più rispetto a tutti gli altri Italiani, un successone.

Loro si che ci tengono alla dignità dell’uomo e della famiglia.

E così, mi viene un dubbio. Legalmente, se un operaio/autonomo/dipendente ospitato in C.A.S.A.o M.A.P. si incominciasse a vendere la preziosa mobilia…così, per tirare a campare, che gli potrebbero dire?

E’ un idea su cui riflettere. Chi è informato ci faccia sapere. Tocca essere originali, fare noi la finanza creativa. Tremonti Docet.

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Se vi sembrerà utile alla causa, diffondete questo sfogo senza la giusta punteggiatura, e senza freni inibitori. Può essere che funziona. A me credo abbia fatto bene. Sì.