Guido Bertolaso oggi raddoppia il bottino.
Solo ieri Poggio Picenze aveva deciso, a maggioranza, di conferirgli la cittadinanza onoraria; e già oggi gli fa eco il comune di Ocre.
Nei giorni seguenti, lo stesso copione si ripeterà altrove, nei comuni del Cratere.
C’è poco da dire, e poco da osservare a riguardo.
Solo tre giorni fa, sono stato insieme ad altri amici dell’Assemblea Cittadina di Piazza Duomo a Poggio Picenze. La piazza era gremita; i volti erano stanchi e segnati da un anno orribile come quello che abbiamo alle spalle. Ancor più segnati di quanto fosse lecito attendersi, giacché le prospettive future non sono migliori dei ricordi recenti.
Ma quei volti, interrogati, hanno risposto.
Quella popolazione di un borgo medio-piccolo del Cratere Aquilano nulla sapeva delle intenzioni del loro Sindaco. Manco a dirlo, di centro-destra.
Mi è venuto spontaneo chiedere loro se gli sembrasse normale tutto questo.
Che i loro dipendenti, questo sono gli eletti, ed ogni tanto vale la pena ricordarlo, agissero di soppiatto in nome e per conto loro.
Gli ho detto che avrebbero dovuto parlarne, e poi decidere ciò che volevano. Per essere pro o contro una simile decisione, ma almeno discussa. CONDIVISA.
Si sarebbero riuniti nei prossimi giorni nella loro prima assemblea anche loro, hanno battuto le mani a chi gli ha portato uno stimolo a riscoprirsi comunità. A riscoprire che mai come oggi c’è bisogno di parlarsi, anche malamente; se necessario anche di scontrarsi. Ma non ci si può ignorare. Non si dovrebbe mai, ed ancor di più oggi, che siamo tutti con un piede sulla porta per andarcene via e mollare questa valle bella e maledetta dall’uomo al suo oblio predestinato.
Si sarebbero riuniti, e lo faranno senz’altro appena anche loro sapranno trovare un luogo come ce lo siamo dovuti guadagnare noi. Si incontreranno, anche se è tardi.
Da ieri annoverano Bertolaso tra i loro concittadini. Una presenza pesante che lo stesso interessato, con una lettera, aveva tenuto a precisare ufficialmente, non dovesse scaturire da un gesto di parte. Ché se per farlo si fosse dovuta dividere una comunità, non l’avrebbe voluto.
Bontà sua.
La maggioranza di Poggio Picenze, ha deciso che la riconoscenza di una comunità verso un singolo non la si “sente” dall’interno: la si impone anche a chi non la condivide.
E tutti, pro e contro, dovranno attendere le decisioni della magistratura per sapere se in città, hanno “onorato” un santo o un malfattore. Nel qual caso, sarebbe stato malfattore anche nei loro confronti e per le loro vicende seguite al terremoto.
Collezionare cittadinanze onorarie è un divertimento di pochi, contro la vergogna di molti. Ci passa sempre tutto sulla testa, ma non si leva mai dallo stomaco.
Ed è uno sfregio che non si dimentica.
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