COLLEZIONE BERTOLASO

22 07 2010

Guido Bertolaso oggi raddoppia il bottino.

Solo ieri Poggio Picenze aveva deciso, a maggioranza, di conferirgli la cittadinanza onoraria; e già oggi gli fa eco il comune di Ocre.

Nei giorni seguenti, lo stesso copione si ripeterà altrove, nei comuni del Cratere.

C’è poco da dire, e poco da osservare a riguardo.

Solo tre giorni fa, sono stato insieme ad altri amici dell’Assemblea Cittadina di Piazza Duomo a Poggio Picenze. La piazza era gremita; i volti erano stanchi e segnati da un anno orribile come quello che abbiamo alle spalle. Ancor più segnati di quanto fosse lecito attendersi, giacché le prospettive future non sono migliori dei ricordi recenti.

Ma quei volti, interrogati, hanno risposto.

Quella popolazione di un borgo medio-piccolo del Cratere Aquilano nulla sapeva delle intenzioni del loro Sindaco. Manco a dirlo, di centro-destra.

Mi è venuto spontaneo chiedere loro se gli sembrasse normale tutto questo.

Che i loro dipendenti, questo sono gli eletti, ed ogni tanto vale la pena ricordarlo, agissero di soppiatto in nome e per conto loro.

Gli ho detto che avrebbero dovuto parlarne, e poi decidere ciò che volevano. Per essere pro o contro una simile decisione, ma almeno discussa. CONDIVISA.

Si sarebbero riuniti nei prossimi giorni nella loro prima assemblea anche loro, hanno battuto le mani a chi gli ha portato uno stimolo a riscoprirsi comunità. A riscoprire che mai come oggi c’è bisogno di parlarsi, anche malamente; se necessario anche di scontrarsi. Ma non ci si può ignorare. Non si dovrebbe mai, ed ancor di più oggi, che siamo tutti con un piede sulla porta per andarcene via e mollare questa valle bella e maledetta dall’uomo al suo oblio predestinato.

Si sarebbero riuniti, e lo faranno senz’altro appena anche loro sapranno trovare un  luogo come ce lo siamo dovuti guadagnare noi. Si incontreranno, anche se è tardi.

Da ieri annoverano Bertolaso tra i loro concittadini. Una presenza pesante che lo stesso interessato, con una lettera, aveva tenuto a precisare ufficialmente, non dovesse scaturire da un gesto di parte. Ché se per farlo si fosse dovuta dividere una comunità, non l’avrebbe voluto.

Bontà sua.

La maggioranza di Poggio Picenze, ha deciso che la riconoscenza di una comunità verso un singolo non la si “sente” dall’interno: la si impone anche a chi non la condivide.

E tutti, pro e contro, dovranno attendere le decisioni della magistratura per sapere se in città, hanno “onorato” un santo o un malfattore. Nel qual caso, sarebbe stato malfattore anche nei loro confronti e per le loro vicende seguite al terremoto.

Collezionare cittadinanze onorarie è un divertimento di pochi, contro la vergogna di molti. Ci passa sempre tutto sulla testa, ma non si leva mai dallo stomaco.

Ed è uno sfregio che non si dimentica.

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VASO DI COCCIO

24 04 2010

E’ notizia di oggi che il Sindaco dell’ Aquila si è scusato con Guido Bertolaso per “l’incidente” che ha portato alla votazione con cui il Comune gli ha negato pochi giorni fa la cittadinanza onoraria.

Mi trovo, nell’apprendere questa notizia e nel leggere le dichiarazioni rese dal Sindaco ai giornali locali, ancor peggio che se la cittadinanza onoraria gli fosse stata conferita. Beh, quasi peggio, diciamo.

Non si evince infatti, quale sia la ragione per cui il Comune, prima la neghi, e poi se ne scusi.

Anzi, si evince benissimo: ed è che fanno pena.

Non hanno il coraggio delle loro azioni, nemmeno in quelle rarissime occasioni in cui delle azioni decidono d’intraprenderle.

Pare ci sia stato un problema solo riguardo ai tempi dell’operazione. Il nostro Sindaco, dicono i promotori dell’iniziativa ( e Cialente non smentisce), avrebbe preferito posticipare ancora la discussione della proposta, reputando i tempi non maturi.

Già, tempi non maturi. Come minimo avrebbero dovuto attendere che si definissero le posizioni giuridiche di Bertolaso nei confronti della popolazione Aquilana, visto che lo si indaga per omicidio colposo (in conseguenza dell’eventuale mancato allarme, a seguito della scossa che si ebbe qui il 30 Marzo 2009, dopo mesi (3) di quotidiane scosse telluriche)..

Aggiungono anche che il Sindaco avrebbe gradito un simile pronunciamento da parte del Consiglio Comunale anche per altre figure intervenute a L’Aquila, come i Vigili del Fuoco ed altri volontari.

(noto a questo riguardo, che premiare Bertolaso, non equivale in alcun modo a premiare la Protezione Civile, che non è una sua estensione. Se si premiano i corpi, non si premiano solo i loro vertici)

E allora, il Sindaco, di cosa ha da scusarsi? Con Bertolaso, poi.

Avrebbe ben più di cui scusarsi con i suoi concittadini, per la assoluta cecità della sua amministrazione, incapace di programmare la ricostruzione, incapace di reclamare il ruolo che le spetta di diritto, incapace di reclamare un trattamento (anche e non solo fiscale) di pari dignità rispetto a tutti i terremoti prima del nostro.

Che non è il terremoto d’Abruzzo, ma è il terremoto dell’Aquila. L’Aquila.

Quella città medievale martoriata dalla natura, dall’uomo, e condannata a peggior sorte futura da un Sindaco come Massimo Cialente, capace di scontentare i suoi elettori al pari (e forse anche di più) dei suoi oppositori.

Un doppiamente incapace.

Un personaggio Manzoniano: vaso di coccio, tra vasi di ferro.

Che aggiunge i cocci della sua dignità, ai nostri, che tutto abbiamo perso, meno che l’orgoglio di rivendicare la libertà di critica.

Critica anche per un meritatamente non-cittadino onorario come Guido Bertolaso.

Critica motivata, a prescindere da altrui scuse.


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COMUNE INGRATO

21 04 2010

A L’Aquila, in Consiglio Comunale mesi fa, degli scellerati avevano presentato una mozione per conferire la cittadinanza onoraria a Guido Bertolaso.

Proposta fatta da consiglieri del centrodestra. La città, come prevedibile, s’è spaccata in opposte fazioni, ma la proposta era di quelle che non potevano essere lasciate cadere senza dargli importanza.

Sin dall’inizio ho sposato insieme a tanti amici, la causa di chi si opponeva. Nei mesi, ho trovato sempre più ragioni per oppormi a quest’atto, che avrebbe sancito lo spregio istituzionale dei più importanti valori democratici. Chi è sotto inchiesta, specie se si trova sotto inchiestE, non può e non deve ergersi (né essere eretto) a vittima sacrificale. Vale per tutti. Dal Presidente del Consiglio in giù e in su.

Dopo l’emergenza, gli scandali delle intercettazioni, gli sciacalli ridens, le denunce per mancato allarme e conseguente omicidio colposo (tutte ipotesi di reato, al momento), L’Aquila ha detto no.

La mozione è stata votata con 14 no, 1 astenuto, due si. Gli altri sono pure usciti dall’aula.

Per la prima volta da mesi, sono orgoglioso della mia città, del mio Comune.

Per la prima volta ho visto affermare un principio in cui mi riconosco: Bertolaso, non è martire, Bertolaso non è eroe. Bertolaso è fallibile.

A L’Aquila, per più d’uno, ha sbagliato.

Bertolaso non è uno di noi. Bertolaso non è, e non sarà, cittadino onorario Aquilano.

E ora si può andare avanti, a testa alta. Come prima.

Anche il mio Comune, un anno dopo, ha voluto per sé l’etichetta che noi altri ci siamo presi da tempo. INGRATO.