CAMBI DI PROSPETTIVA

4 01 2015

nevsky-prospektDopo mesi trascorsi nei quali avevo persino quasi dimenticato di averne uno, qualche giorno fa ho fatto ritorno sul mio blog, per ridare un’occhiata a questo diario pubblico. La sua personalità mi appartiene, ma mi ci riconosco sempre meno. Sono cambiate così tante cose del resto, che sarebbe impossibile pensare di andare avanti nello stesso modo. Non mi occupo più, e per fortuna, delle vicende aquilane, a quest’ora sarei probabilmente impazzito del tutto. Dagli ultimi resoconti pubblicati negli anni passati ad oggi alcune cose sono cambiate, cioè tornando a L’Aquila trovereste tracce di ricostruzione materiale, qualche palazzo tornato alla luce, spogliato dalle impalcature e nuovi cantieri al lavoro nel centro storico. Ma ad ormai quasi sei anni dal terremoto, la vera sostanza delle cose non è affatto migliorata, nonostante qualcosa sia appunto tornato integro. Manca l’insieme, manca, ancora, la città. E sento che ci siamo tutti abituati a questo stato di cose. Io stesso ho cominciato il conto alla rovescia, in attesa del momento in cui potrò (se ne avrò occasione) finalmente andarmene da qui.
Servirebbe considerare, a questo punto, un cambio di destinazione d’uso di questo blog, visto che nel frattempo sono cambiate così tante cose ed è cambiata così tanto la mia prospettiva d’osservazione, che probabilmente più che considerarne un cambio di destinazione d’uso dovrei contemplare l’idea di una chiusura a tempo indeterminato. Del resto, sull’intestazione di Stazione MIR la scritta recita “L’Aquila e il resto, benvenuti nel blog di Federico D’Orazio”.
Ecco, la verità è che da troppo tempo, perché sia ancora possibile riprendere il cammino interrotto, Federico ha messo tutto “il resto” al centro della sua attenzione quotidiana. E L’Aquila è ormai uno sfondo, un fondale sempre più distante, sbiadito e anche un po’ sgradito delle mie giornate. Qui si sopravvive da troppo, e per noi è il tempo di vivere. Non interpreto questa consapevolezza come la constatazione di un impoverimento, anzi. E’ piuttosto un’apertura mentale. Ecco, sento di aver spalancato le porte al mondo, in attesa di vedere che succede, e per ora va bene così; è già questo, di per sé, fonte di un senso di attesa positivo e pieno di aspettative.
Del resto un blog è necessariamente una rappresentazione di chi lo anima, e se cambio io cambierà il blog. Cambierà chi lo legge. Cambierà per forza tutto, considerato che se prima scrivevo perché speravo qualcuno leggesse, nel futuro probabilmente, se scriverò sarà perché ho semplicemente voglia e bisogno di farlo. Di cosa, poi, si vedrà.

 


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Una risposta

5 01 2015
D'Orazio Domenico

cambiare per non morire, tocca pure a te. Daje !

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