L’Aquila a Pezzi

Trovate quì raccolta una bella e faticosa inchiesta che, per conto di Action Aid Cecilia Mastrantonio e Sebastiano Tecchio hanno condotto nei mesi scorsi quì a L’Aquila, ponendo una serie di giusti interrogativi. Ai quali, ognuno di noi, dovrebbe cercare di dare risposta.
Saranno in tutto 9 episodi, mano a mano, li aggiungerò quì non appena saranno pubblicati.
Anteprima

Puntata #1

Puntata #2

Puntata #3

Puntata #4

Puntata #5 (in questa ci sono io, e casa mia, quella vera)

Puntata#6

Puntata #7

Puntata #8

Puntata #9

Una risposta

1 04 2010
Valerio

Ciao ragazzi,
io sono uno volontario che ha lavorato per otre tre mesi al campo di Pianola.
A differenza dei soldatini che più o meno hanno asservito al sistema, io ed altri il problema ce lo eravamo posti già a metà giugno tant’è vero che a tutti ai volontari che hanno gravitato sul campo eravamo soliti quando arrivavano, portarli a “leggere il territorio o meglio i segni che si potevano cogliere dal territorio. Leggere come diciamo noi la morfologia cercando spiegazioni nelle azioni dei nostri antenati. Bene, dall’alto del piazzale antistante la chiesa di Pianola, eravamo solito fare una tappa del nostro tour, per mostrare nell’insieme il prospetto della città e della sua periferia. Già da subito abbiamo posto una semplice domanda ai nostri ragazzi “che ne pensate del lavori che si intravvedono là in fondo a Bazzano e Sant’Elia” erano gli enormi scavi del progetto CASE, quasi tutti ci dicevano che forse erano avulsi dal contesto paesaggistico… ma in nome della necessità aimè da qualche parte pur si sarebbero dovute fare ste case… Pensate in nome della ragion di stato si dovevano fare le case…. Facendo loro capire che forse quell’intervento aveva altri scopi che poi il tempo ha reso più o meno pubblici, siamo stati tacciati in più sedi, di fare politica e disfattismo all’interno di un’Associazione di volontariato, in cui la politica non deve entrare…. La nostra non era politica era solo buon senso, forse l’esperienza amministrativa ventennale ci portava a ripudiare la logica dello scempio del territorio. Così siamo andati avanti fino a luglio quando nel tour abbiamo inserito altri due argomenti il lavoro e le macerie… Il lavoro venne per primo perché se ricorderete, in quel periodo erano state licenziate molte persone dai call-center. Noi da bravi volontari sostenevamo che era sbagliato mantenere la nostra permanenza lì perché correvamo il rischio di portar via dei posti di lavoro, abbiamo contattato sindacato politici di ogni schieramento, per sottoporgli il nostro progetto che era finalizzato a creare delle speranze ai giovani aquilani promuovendo contratti d’area o lavori socialmente utili (che per inciso non esistono più andatevi a leggere la normativa) e nello specifico cooperazione nei servizi per la gestione degli approvvigionamento dei campi e lavori di sfalcio e pulizia delle aree di loro pertinenza.. ma nessuno ci ha considerato… in allora era più importante rivendicare il porto franco… si a l’Aquila neanche fosse Singapore.. ma ognuno doveva conquistarsi “un posto al sole” per il G8. Proponemmo una soluzione diversa che potrebbe essere ancora assolutamente attuale nei confronti della Comunità Economica Europea ovvero di riconsiderare tutta l’area del cratere aquilano come area svantaggiata ovvero OBIETTIVO 1 poiché in effetti i finanziamenti utilizzati in passato per infrastrutture pubbliche e private, erano stati di fatto azzerati dal sisma per cui lo svantaggio era ed è tangibile quindi le condizioni reali sono da OBIETTIVO 1 ma anche lì nessuno prese in considerazione le nostre proposte..
Passiamo ora alle discariche, poiché c’era in corso un rimpallo incredibile nella loro localizzazione e le competenze si sapeva benissimo di chi erano, ma il sistema politico-amministrativo si auto sosteneva, la nostra preoccupazione era forte perché si poteva pensare che quantità ingentissime di amianto potessero “finire nelle macerie aquilane” ed erano possibili infiltrazioni malavitose dovute al businnes dell’amianto che in Italia è assai florido.
Si propose sempre ai politici ed alle istituzioni di ambo gli schieramenti, di approntare piccoli centri di stoccaggio temporaneo e selezione veramente controllabili, piccoli cantieri finalizzati al presidio, alla selezione e differenziazione dei materiali da riciclare. La valenza dell’operazione sarebbe stata triplice; consentire l’accesso alle abitazioni classificate “F” solo perché era pregiudicato delle macerie, creare posti di lavoro perché le aziende (call-center) chiudevano, smaltire meno rifiuti speciali ma soprattutto dare una prospettiva agli aquilani che proprio in quel periodo non ne avevano.
Io manco ormai da l’Aquila da un po’ di tempo e purtroppo anche se sono del nord, come dite voi, faccio parte dei settecentomila che nel corso di quest’anno non hanno lavoro, mi preoccupavo per il vostro e mi sono ritrovato nelle stesse vostre condizioni. Mi si raccapona la pelle quando spesso alla televisione sento dire un monte di cazzate che so benissimo che lo sono, ma solo per me, perché se solo chiedo al mio vicino cosa ne pensa lascio a voi immaginare cosa dice.
Vi ammiro e vi apprezzo per quello che avete fatto che fate e che farete, l’unico mio rammarico è non avervi trovato prima per fare un pezzo di strada insieme.
Con profondo affetto e stima
Valerio

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