L’AQUILA E’ NOSTRA. RIAPRITELA!

15 02 2010

Piazza Palazzo. Prima del 6 Aprile. Ma anche come dovrà tornare ad essere

L’abbiamo fatto. E non ci credo ancora.

Rivivo quei momenti come vedendomi dal di fuori, sarà perché mi sono visto solo mezz’ora più tardi sulle dirette nazionali, in televisione. Io, e con me altri 300, scrive il giornale. Io non lo so quanti eravamo, non ne ho idea. Eravamo tanti rispetto ad altre volte, pochi rispetto ai 70.000 che avremmo dovuto essere, ma comunque l’abbiamo fatto.

Abbiamo sfondato le transenne che costeggiamo da mesi, andando in giro per il Corso. Non ci siamo più contentati di spiarla, la nostra città, ma l’abbiamo abbracciata, le siamo corsi incontro.

E quelle immagini resteranno per sempre. Per me, per tutti noi.

Per tutti quelli che hanno deciso di rischiare la nettezza delle proprie fedine penali per disperazione.

La si vede così spesso la disperazione. Quella degli altri,però.

E mai ti immagineresti di poter essere domani tu, quello che vive in ciò di cui si parla alla televisione. Mai immagineresti di dover cercare tu il gesto che possa attirare l’attenzione di un qualcosa che speri possa aiutarti.

Quel che può aiutare noi Aquilani, è la coscienza civile.

Un parolone.

Una parola che racchiude quel misto di ricerca delle notizie, anelito di verità, speranza nella legalità, giusto sdegno, ed implacabile voglia di vittoria sul tuo oppressore.

Mai immagineresti di poter essere tu quello che entra nella piazza per cui,distrattamente, il 5 Aprile eri passato di corsa come sempre, e di farlo(la volta successiva) ben dieci mesi più tardi.

Mai avresti immaginato di trovare che anche Piazza Palazzo è ora fredda e morta come la casa dove hai sempre vissuto, e che (rigorosamente di nascosto) vai a visitare, inventandoti la scusa per andarci.Prendo un maglione, abbasso una serranda.. passo la scopa.

Anche L’Aquila è fredda. E non sarebbe certo una novità; quello che però noti con sorpresa è che ti sembra fredda, perché è l’aria che è ferma.

Non c’è nessuno ad agitarla. Ristagna. Si raffredda.

Che groppo in gola entrare di corsa, telecamera in mano e capire che non riprenderai quasi nulla, perché la tua voglia più grande sarebbe abbracciarteli quei palazzi, anche se non sono mai stati casa tua. E ti giri intorno, sentendo chi urla “L’Aquila è nostra!! è nostra!!!”. Scopri che siete tanti o se non lo siete, si è comunque una forza, e tutti incazzati e disperati. Commossi.

Che momento, che senso di frastornato appagamento, vedere che le telecamere ci rincorrono, tutte. Che per una volta, la notizia la facciamo noi. Non Berlusconi e le sue bugie. Non le sue fredde macchinazioni. Non la sua demagogica costanza nel venirci con collaudata falsità a trovare.

E per assurdo,la notizia, dopo mesi passati a ragionare, l’abbiamo fatta con il primo gesto inconsulto. Assurdo.

Che bel momento! Quanti di loro non avevo mai incontrato, e sì che a L’Aquila, ci si conosce tutti!

Un segnale, sì. I suoi effetti continuano ancora oggi, che siamo ancora più pieni di Polizia per il centro storico, così che episodi del genere non abbiano a ripetersi.

Per ora è fatta, però, e non ce l’hanno potuto impedire. Non ho rimpianti.

Anzi, uno ce l’ho.

Ho dimenticato di bere come sempre facevo, un sorso d’acqua all’ Angelo Muto.(*)

Tocca tornarci…

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(*) L’Angelo muto è una fontana di Piazza Palazzo. E’ molto piccola, ma come recita la stessa targa che vi è posizionata al di sopra, è una “fontana cara agli Aquilani”. Della nostra città amiamo visceralmente tutto. Fino all’ultima delle fontane.


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16 responses

15 02 2010
ezio bianchi

“E per assurdo,la notizia, dopo mesi passati a ragionare, l’abbiamo fatta con il primo gesto inconsulto. Assurdo.”

Un personaggio di Fontamara, Tonio Viola, diceva che l’asino aveva capito tutto: se lo carichi troppo, si rifiuta di muoversi, senza fare ragionamenti. L’uomo purtroppo tende a ragionare, e a forza di ragionare spesso rimane buggerato.

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15 02 2010
Raffaella C.

non sono aquilana ma avrei voluto essere lì con voi, davvero… perchè il torto che stanno facendo oggi a voi è come se lo facessero all’italia intera… continuate così!!!

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16 02 2010
Maria Camilla Spadano

Onore a voi, con la speranza che, quando tornerete a bere all’Angelo Muto, sarete tanti, ma tanti di più a gridare :”L’Aquila è nostra, L’Aquila è nostra”!!!!
Caro Federico, come al solito la tua analisi attenta e precisa, complimenti!
Non so se le conosci, ma, ti prego, di portare un saluto ed un abbraccio a quella Signora che per prima ha aperto il varco per entrare nella vostra città e all’altra Signora che si dirigeva verso la Piazza gridando. Veramente per tutti un abbraccio, ma loro due mi hanno colpite per la forza, la determinazione e la grinta.

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16 02 2010
Aries 51

Dal primo video del post precedente. Otto secoli di Storia che ci guardano rovinati, piangenti, feriti. E’ vero, ma vi guardano anche dignitosi e fieri della vostra Città, anche lei rovinata, piangente e ferita. Tanti Italiani vi guardano con me e sono sicuro che vi vedono come vi vedo io. Semplicemente meravigliosi.

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16 02 2010
Miss Kappa

Caro Federico,
l’angelo muto è a secco.L’ho guardato, l’acqua non usciva….

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16 02 2010
adriano

…in realtà “l’angelo muto” sta lì dietro, muto, senz’acqua e parzialmente coperto dalle tavole che dovrebbero preservalo da danni di ogni tipo. Ne puoi trovare una immagine nel mio blog, risalente agli ultimi giorni di dicembre, quando ho violato in solitaria la zona rossa. Chi non vede di persona non può credere.

RIAPRIRE LA CITTA’

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16 02 2010
tuo padre

un mio amico, dopo aver visto la mia foto sui giornali che mi ritrae con altre persone sulle macerie di Piazza Palazzo a commento dell’invasione di San Valentino, mi ha scritto che “quelli nati ad Isernia si battono per la citta’ , quelli nati a L’Aquila stavano all’Aquilone a fare Carnevale.”

Gli ho risposto che questa considerazione era un po’ amara, ma, siccome sono un ottimista per natura, mi auguravo che quando si sarebbe organizzata una nuova manifestazione (magari portando pale e carriole per rimuovere un po’ di macerie) ci sarà qualche aquilano doc in più……

Mi ha dato una grande emozione PARTECIPARE a quest’evento e di essere stato al fianco di 300 persone (guarda caso …) la cui sensibilità -ne sono convinto- hai saputo ben interpretare in questo articolo parlando in prima persona.

Ti voglio bene.

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16 02 2010
Federico

Grazie. Voglio a bene a tutti voi.

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17 02 2010
Franco Taccia

speriamo che gli aquilani smettano di andare a genuflettersi presso la sede della GG/FF scodinzolando come la plebe romana ai tempi di “panem et circenses” ogni volta che “chi comanda” concede qualcosa al popolo bue e comincino invece a seguire da vicino la rinascita della città che al momento è in agonia, partecipando a tutte le iniziative che vengono dal popolo e non dai “furbetti di quartiere” travestiti da benefattori.

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17 02 2010
franco taccia

.. e già che mi ci trovo: Bertolaso fino a prova contraria, checche’ ne dica l’arcivescono Molinari, è profumatamente (in tutti i sensi) pagato per quello che “dovrebbe” fare, altro che sentir dire che :ha dato la vita per L’Aquila.
Pare che sia vivo e vegeto; non facciamo ridere con le cittadinanze onorarie, pensiamo caso mai a consegnare le “chiavi” della città al CORPO DEI VIGILI DEL FUOCO che si ammazzano (loro si che danno la vita) di lavoro per uno stipendio di fame. A proposito, visto che Bertolaso potrebbe andare a riposarsi, perche’ non affidano i compiti della Protezione Civile ai dei Vigili del Fuoco, che non sapranno organizzare i mondiali di nuoto, ma quanto a emergenze hanno gli attributi!

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17 02 2010
Federico

bravo Franco!

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17 02 2010
antonella

Questo post e’ veramente bellissimo. Mi piace molto quello che scrivi. In realta’ sono le cose che anch’io penso, ma tu le dici proprio bene! Complimenti…continua cosi.

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19 02 2010
mimmo

per fare”pendant” con il tuo articolo e per ribadire, semmai ce ne fosse bisogno, quanto SAREBBE importante – in questo momento- un grande coinvolgimento -almeno emotivo- degli AQUILANI DOC

http://www.repubblica.it/politica/2010/02/19/news/triarchia_emergenza-2353399/

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19 02 2010
mimmo

ma forse, il punto che ci riguarda (per la stragrande maggioranza dei cittadini aquilani, purtroppo), è piuttosto ottimistico :

“….. Come purtroppo si rendono conto gli aquilani, la “politica del fare”, giorno dopo giorno, sta mostrando quel che era: miracolismo mediatico.
Un modello centralista e autoritario – il prototipo del potere berlusconiano – ha trasformato un’antica città con un sistema urbano delicato e un centro storico prezioso e vitale (perderà due terzi degli abitanti e nulla si sa delle strategie e dei piani per farlo rivivere) in un deserto di venti periferie e quartieri satellite che travolgono i luoghi, la memoria, i legami sociali, deformandone l’identità culturale, pregiudicando un futuro a cui è stata promessa “la ricostruzione” e ha ottenuto soltanto un progetto edilizio e nulla più.
Ma questa è un’altra storia che presto saranno gli stessi aquilani a raccontare.
C’è da credere che saranno loro, gli aquilani, a spiegare agli italiani con il tempo e la loro infelice esperienza che cos’è davvero la “politica del fare”, perché lo scandalo della Protezione civile è il tracollo di un prototipo di potere, il più clamoroso fallimento dell'”uomo del fare”. ”

(Giuseppe D’Avanzo – La Repubblica, 19 feb 2010)

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20 02 2010
marco

quella signora che ha sfondato il varco io la conosco bene datosi che sono stato come volontario croce rossa in quel di l’aquila quella gente è arrabbiata lei è una gran donna ma il sistema stato ancora una volta se ne sta strafregando di loro la città non è dei militari la città non è delle forze dell’ordine la città è degli aquilani e di chi da la propria vita per quella città colpita al cuore da un sistema meschino crollata per colpa di uomini senza cervello imprenditori e politici offuscati dal dio denaro ora basta e dico basta da non aquilano a questo sistema balordo del chisenefrega pieno appoggio ad ogni protesta del popolo aquilano riprendetevi la città anche con la forza se c’è bisogno

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7 03 2010
franco taccia

Stamane sono passato alla Villa Comunale per vedere quanti erano i “tifosi” di Bertolaso: quattro gatti , qualcuno anche con 2 o 3 bandiere in mano, tanto per dare un po’ di colore.
Un consiglio: la prossima volta andassero a manifestare per tutti i ladri che in galera “gia’ ci stanno”; sicuramente se per ognuno di questi viene almeno un membro della famiglia faranno il pienone.

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