VENTIMESI

5 12 2010

"LA PERSISTENZA DELLA MEMORIA", 1931

Tanto, tantissimo tempo che non scrivo. E alla fine, ora che è notte e dovrei già dormire, uno sguardo è caduto sul calendario del mio computer. 6 Dicembre.

Un altro sei del mese. Un sei più in là, il ventesimo.

La storia si scrive e si sedimenta in anni, in secoli. Ma tutti fatti di infinitesimi giorni, ed io ho la sensazione di vivere guardando una clessidra che si lascia sfuggire grani di sabbia alla stessa impercettibile velocità, da appunto venti lunghissimi mesi.

Non una minima accelerazione, non un clamoroso intoppo che faccia sussultare anche i più restii a notare la realtà delle cose.

Capita per fortuna di rado, ma se ti fermi a rifletterci, astraendoti dalle quotidiane distrazioni, dalle quasi quotidiane, (fortunatamente) soddisfazioni hai la sensazione di trascorrere la vita in attesa che qualcosa succeda per davvero.

I primi sei mesi hai aspettato in un camper, ora aspetti in 40 metri quadri di una “casetta” non tua. Ma sempre di attesa si tratta.

Così domani, ancora un presidio della memoria, ancora un mesto rito. Ancora una dolorosa fiaccolata tra case distrutte, che distrutte restano, ancora.

Venti mesi, con la sensazione che ci si stia allontanando sempre più dalla normalità che avevamo, e non (purtroppo) che ci si stia avvicinando al punto di ritrovarla.

Venti mesi, altrove, sono un compleanno e un paio di vacanze in più.  Venti mesi, qui, fanno una vita.

Una vita che non ci siamo potuti scegliere,e che per un caso, ci è stata risparmiata.

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3 responses

6 12 2010
mimmo

… “Una vita che non ci siamo potuti scegliere,e che per un caso, ci è stata risparmiata”.

Se stai in quei 40 mq è perchè hai fatto una scelta, esattamente come quelli che sono andati via da L’Aquila.

Chi ha deciso di restare qui lo ha fatto di sicuro NON per convenienza e, suppongo, neanche SOLO per necessità : mi piace immaginare che lo abbia fatto ANCHE per dare un senso alla buona sorte che gli è capitata.

Non è da tutti essere capaci di saper rimanere in questa terra (che al momento è oggettivamente inospitale); ma, se vedi bene, non è che prima del 6 aprile 2009 ci fossero tanti buoni motivi per vivere qui (a tanti aquilani-doc ho sentito dire : se a L’Aquila ti vuoi cecare un occhio non trovi nemmero un ferro arrugginito per farlo).

Io, pergiunta, curioso di sapere come andrà a finire, sono pure di Isernia ….

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7 12 2010
Strade di Francia

@Mimmo: scusa, ma come vuoi che andrá a finire? Alla fine la gente si rifarà le case da sola. Forse alcuni quartieri rimaranno deserti, tipo i Sasssi di Matera od i paesi del Belice. Una sorta di maceria perpetua.

Poco a poco, zitti zitt gli aquilani torneranno a casa. Il governo del blablabla non metterá un centesimo in più. A questo punto, e so che l’affermazione è in odore di qualunquismo, la politica è divenuta solo d’impiccio. Non solo non agevola la ricostruzione ma la ostacola. Ma cosa caspita ci stanno a fare allora i nostri responsabili belli?

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7 12 2010
mimmo

il tempo … sarà il tempo (molto, poco, dipende dalla nostra
capacità di misurarlo) a dire chi avrà visto giusto.

Io sono ottimista per natura e credo che il tempo
sarà galantuomo : questo territorio è bello, unico … e
credo che valga la pena di spendersi perchè questo
posto diventi un laboratorio affinchè si mettano a
frutto tante capacità. E ce ne sono.

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