IL RUGGITO DEL CONIGLIO

18 05 2010

 

Guarda caso, se ne accorgono proprio ora.

Dopo che siamo andati a rompergli le uova nel paniere, dopo che abbiamo fatto vedere lo scandalo delle costose attrezzature buttate a prendere polvere in un locale dell’ex-ospedale di Collemaggio, mentre l’ospedale (quello vero) tra un rattoppo ed un’inaugurazione in pompa magna fa problemi per rifornire i reparti degli sfigmomanometri.

Oppure potrebbe parlarsi dei 15 mesi d’attesa per una risonanza dell’encefalo, mentre si ciancia di liste d’attesa regionali. Casa brucia, intanto pisciamoci su. Meglio che niente, vero?

A L’Aquila, mentre nell’ospedale dove vado a lavorare due o tre volte la settimana per preparare la tesi manca di tutto (a cominciare dalle sedie a rotelle), e sono sempre più rare quelle cui non manchi un pezzo, a Collemaggio nei locali dell’ex-falegnameria dell’ospedale psichiatrico di sedie a rotelle ne ho contate diverse insieme a strumenti di riabilitazione che sono sicuro farebbero comodo alla Fisiatria del San Salvatore.

Se l’azione delle carriole ha squarciato un altro velo di silenzio sulla realtà aquilana, se c’è qualche decina di aquilani che ha detto basta, e dice no alla vendita di quei locali, di quel parco, c’è una ASL che ruggisce e minaccia.

E’ notizia di oggi che è stata inviata dalla Asl un’informativa alle autorità competenti circa un fatto arcinoto. Il comitato 3e32 occupa un pezzo del parco di Collemaggio con una casetta di legno autocostruita, poggiata su un’ aiuola. E anche una baracchetta che un tempo fungeva da bar, e che loro hanno rimesso in piedi, usandola per iniziative pubbliche e di socializzazione.

Domenica abbiamo pestato qualche piede, con le carriole?

Perché se ne accorgono ora, che il 3e32 è lì?

Mi risulta poi che l’area di Collemaggio sia forse l’unica dove finora non si sono segnalati furti. Diversamente da quanto si possa dire per tutto il centro storico dell’Aquila, benché presidiato da militari. Che tengono fuori dalla città solo noi aquilani, ma evidentemente non i ladri.

Andate a dare uno sguardo nelle case del centro storico. Vedete cosa è rimasto. Vedete le porte aperte, i resti di pasti consumati (da chi?) sulle tavole che qualcuno avrà per anni spolverato e curato. Chi abita oggi il centro storico? Chi lo vive la notte, indisturbato?

E a Collemaggio, niente di tutto questo. Forse la presenza di cittadini respinge malintenzionati meglio di militari assonnati, a presidiare una città non loro?

Di questo, però, nessuno sembra prendere nota.

Collemaggio è il simbolo degli sprechi, del pressappochismo che ci governa, quando si gestisce una massa di denaro e un patrimonio che nessuno sembra essersi sudato. Quel degrado, non è un’incidente di percorso, il terremoto non c’entra nulla. Quel degrado è prodotto dal metodo di non-gestione del patrimonio pubblico.

Al momento opportuno, quando si esagera e si dice cosa fa la ASL di quel patrimonio, dei nostri soldi, di come gestisce il nostro futuro, le nostre possibilità di migliorarci, di ricostruirci ecco che arriva l’intimidazione. Si denuncia l’occupazione affinché si prendano provvedimenti.

La ricostruzione è una chimera, l’esenzione dai tributi un miraggio, ma il problema dei ben pensanti è un tendone da rimuovere in Piazza Duomo. Perché quelle cose, è solo lì che le si dice.

Allo stesso modo, la Regione che vuol fare quattrini violando la legge e impedendoci di vedere recuperato un patrimonio da sempre sottovalutato, più che vergognarsi di come non si sia curata di questo patrimonio, minaccia chi lo tutela e lo abita. Perché è solo stando lì che lo si controlla.

 

E chi ci crede,è un ruggito di coniglio. Tanto per non fare brutta figura? No, per farla fino in fondo.


 

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2 responses

18 05 2010
Fiorella

Dà fastidio che si scoprano le magagne e proprio per questo è necessario andare avanti..e smascherare tutte le porcherie che cercano di fare a nostra insaputa. Ho saputo solo da 5/6 mesi che, non so se dal 2004, la Caserma della GdF non è più di proprietà dello Stato e che per fare cassa… è stata venduta all’epoca, dal governo Berlusconi, ad un gruppo di banche….

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18 05 2010
Antonio

Ci vuole tempo e pazienza. Dopo berlusconi, faremo la conta di quel poco che sarà rimasto dell’Italia e da lì dovremo ripartire. Purtroppo il danno è stato fatto e le gambe ce le siamo spezzate. E’ inutile pensare o sperare che possiamo ricamminare da un momento all’altro. Ci vorrà tempo, nel nostro caso, più o meno tre anni. Speriamo che dopo di lui non ce ne sia un altro uguale (saremmo proprio degli inguaribili imbecilli). Peggio non ne esistono, almeno su quello siamo sicuri! Forza e coraggio, tutto ha una fine.
Antonio.

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